La Corsa degli Scalzi, un rito antico per onorare un Santo

Immagine presa da qui.

 

Ogni anno, la prima domenica di settembre, in una piccola cittadina della provincia oristanese che sorge accanto a un grande stagno vicino ad alcune fra le più belle spiagge della Sardegna, si festeggia un santo, San Salvatore, con una suggestiva processione in campagna ad opera di decine di uomini scalzi e vestiti di bianco che corrono a turno reggendo una grossa statua.

Avete già intuito di chi e cosa sto parlando? Alcuni sì, altri no forse! Mi spiego meglio.

Il luogo è Cabras, paese di pescatori e agricoltori, posto ai confini della pianura del Campidano, all’ingresso della magnifica penisola del Sinis, punta nord del Golfo di Oristano, ma di questo abbiamo già scritto in precedenza.

Allora, dicevamo, è proprio a Cabras, patria del muggine e della bottarga, che va in scena una delle feste religiose più emozionanti, particolari e intrise di orgoglio e tradizione.

 

 

La corsa in onore di San Salvatore è più conosciuta come Corsa degli Scalzi, chiamata così perché chi vi partecipa lo fa appunto senza scarpe, come vuole la tradizione. Ma in cosa consiste e qual è la sua storia?

A pochi chilometri dalla cittadina, dall’altra parte dello stagno, sorge un piccolo borgo, ora disabitato e vivo solo in occasione della festa, il cui nome è lo stesso del santo in questione.

Si racconta che durante una delle numerose invasioni da parte dei saraceni, gli uomini di San salvatore, impegnati a combattere gli invasori, affidarono alle donne la statua del Santo patrono presente nella chiesetta.

Il compito delle loro mogli, figlie e sorelle era quello di proteggere il simulacro portandolo a Cabras in modo da evitare che fosse brutalizzato dagli invasori. Loro lo fecero, ovviamente di corsa e scalze, visti i tempi, riuscendo nel loro scopo.

 

 

Ora, durante i festeggiamenti in onore del santo si rievoca e si ripete la storia, con una differenza.

A correre non sono le donne ma gli uomini che, con indosso una tunica bianca, per onorare un voto e per orgoglio, sabato mattina all’alba portano San Salvatore nel borgo omonimo, mentre domenica sera lo riportano trionfanti a Cabras.

Gli Scalzi, così definiti, corrono per chilometri di asfalto e terra battuta, ma tutta la fatica, il dolore e la stanchezza svanisce appena raggiungono le porte del paese, dove vengono accolti dai loro compaesani a e da migliaia di persone giunte lì per incoraggiarli, per applaudirli, per gridare tutti insieme “evviva Santu Srabadori”.

È sicuramente questo il momento più atteso, denso di gioia e commozione, sia per chi corre ma anche per chi aspetta all’ingresso di Cabras in trepida attesa. In tutto vi sono 14 gruppi di corridori, chi avrà l’onore di entrare con il santo in paese viene estratto a sorte.

 

I festeggiamenti religiosi si concludono con la messa nella Chiesa di Santa Maria, in piazza Stagno. Mentre proseguono i riti civili: balli, concerti, cene a base di pesce e brindisi con il gustoso vino di Cabras sono le caratteristiche di questa splendida ed emozionante festa, da vivere fino in fondo anche se non si è credenti.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *