Al nord della Sardegna, nella regione storica dell’Anglona, vi è una cittadina in cui potrete vivere la Settimana Santa circondati da un’atmosfera carica di fede e passione respirando un’aria magica e assolutamente intensa e coinvolgente.
Tutto questo è Castelsardo, suggestivo borgo medioevale situato al centro dello stupendo golfo dell’Asinara su un ripido promontorio roccioso che si affaccia direttamente sul mare.
Il paese, sovrastato da un grande castello (da cui il nome) costruito nel XII secolo, conserva ancora le mura di recinzione, con le fortificazioni per la difesa da attacchi provenienti dal mare, e possiede tuttora un centro storico medievale con viuzze strette e pavimentazione in pietra.
Qui, durante la settimana di Pasqua, è possibile incontrare lunghe processioni di fedeli in religioso silenzio.
O mentre recitano preghiere, che perpetuano riti tramandati di generazione in generazione nel corso dei secoli, da quando la città era sotto il dominio degli Aragonesi, e che onorano gli ultimi giorni della vita di Gesù Cristo con suggestive rappresentazioni.
Sono tre le fasi rituali della Settimana Santa di Castelsardo, le cui origini risalgono al periodo medievale confermati dalla presenza di canti polifonici in cui gioca un importante e fondamentale ruolo la Confraternita.
Il Lunissanti, lunedì successivo alla Domenica della Palme, all’alba, i membri della Confraternita dell’Oratorio della Santa Croce si incontrano per la messa e si dividono in due gruppi, gli Apostuli e Li Cantori.
I primi, con indosso una tunica bianca stretta in vita da un cordone, prendono il nome di Misteri e a loro spetta il compito di portare i simboli della passione, della crocifissione e della deposizione di Cristo.
Li Cantori, invece compongono tre cori a quattro voci, chiamati Miserere, Stabat Mater e Jesu, e intonano canti di origine pregregoriana, alternandosi con gli Apostuli.
I canti hanno la funzione di dettare i tempi dell’azione rituale e conferire un preciso senso a ciò che viene rappresentato.
Dopo la messa, c’è la processione di Cori e Misteri: i secondi vengono presentati alla Madonna, accompagnati dal canto funebre detto Attitu.
Al tramonto, con il paese illuminato solo dalle fiaccole dei Li Fraddeddi (i confratelli) e Li Sureddi (le consorelle), inizia uno dei momenti più particolari.
La processione de La Notti Santa viene aperta da Li Appoltuli in tunica bianca e Lu Cappucciu (cappuccio conico) i quali trasportano i Misteri circondati da Li Sureddi accompagnati dai tre Cori:
Lu Miserere, il cui simbolo è il teschio di un castellanese ignoto, Lu Stabat con la statua dell’Ecce Homo, Lu Jesus con Lu Crocifissu.
Il Giovedì Santo avviene Sa Prucissioni, alle prime ore della notte, in cui viene rappresentato l’incontro tra Lu Crucifissu e Maria di lu Pientu, simulacro dell’Addolorata di origine medievale, che simboleggia l’incontro tra la Madonna e il Cristo agonizzante.
Infine, per concludere il ciclo della Passione di Cristo: Lu Ilcravamentu.
Venerdì Santo viene messa in scena la deposizione del Cristo della croce in forma paraliturgica: Gesù viene liberato dalla corona di spine e dai chiodi. Il tutto termina nella chiesa di Santa Maria con l’assalto ai fiori benedetti al contatto con il Corpo del Cristo.
Qui altre info in merito.
Oltre ai riti della Settimana Santa, andando a Castelsardo non si possono non visitare i suoi antichi e preziosi gioielli, come la cattedrale di Sant’ Antonio Abate e la Chiesa di Santa Maria.
Nella prima spicca il bello e maestoso campanile in stile Aragonese, il cui interno è in stile Romanico.
La seconda, invece, si caratterizza per la presenza del Cristo Nero, un crocefisso fra i più antichi in Sardegna, risalente al 1300 e chiamato Lu Cristu Nieddu a causa del colore assunto dal legno di ginepro durante i secoli.
È proprio qui che avvengono i principali momenti della Settimana Santa.
Una bella occasione per un viaggio-vacanza, una Pasqua in Sardegna 2015 alla scoperta delle tradizioni regalandosi momenti di relax e piacere grazie ai tanti luoghi magici della zona.
di Giulia Madau