“Viva viva s’allegria/E-a terra sos ingannos
*Viva viva l’allegria/Siano abbattuti gli inganni “
Sa Candelaria, antica tradizione per dare il benvenuto al nuovo anno.
Ai bambini di Orgosolo, la mattina del 31 dicembre, viene in mente una sola cosa: uscire con un sacco sule spalle e andare di casa in casa per chiedere “Sa Candelaria“, il pane tradizionale preparato per l’occasione.
Nel grazioso paese di Orgosolo, tra i più suggestivi e conosciuti della Sardegna per i suoi caratteristici murales, la fine dell’anno si riconosce nella tradizionale festa de Sa Candelaria, dove nel nome di Gesù, i bambini sia ricchi sia poveri, diventavano uguali.
L’antica usanza orgolese è attesa con desiderio e trepidazione da tutti i bambini e le famiglie del paese ed è rivolta principalmente ai bambini dai quattro ai dodici, che percorrono le vie e le case aperte del paese con sacchetti sulle spalle, in genere federe per cuscino, in cerca di doni.
L’età che riguarda i bambini, durante “Sa Candelaria“, è un momento importante per loro, perchè definisce due fondamentali momenti di passaggio, come l’acquisizione di una propria autonomia al di fuori della famiglia, dunque il superamento dell’infanzia con il passaggio alla fanciullezza e l’inizio, per i bambini dodicenni, della fase adolescenziale.
“Bonos printzipios d’annos/Bos det Deus e Maria/Viva viva s’allegria Dazzennollu su cocone/Pro more e Zesu Bambinu*Un buon inizio d’anno/Vi dia Dio e Maria/Viva viva l’allegria/Datecelo, il pane/per amore di Gesù Bambino”
Le porte delle case rimangono aperte e le donne attendono l’arrivo dei bambini che, come da tradizione, pronunceranno la formula “A nolla dàzes Sa Candelaria?“, “ci dareste sa Candelaria?”.
E così si prosegue per tutta la mattinata, fino a mezzogiorno, quando i bambini faranno rientro nelle loro case e, aiutati dai genitori, svuoteranno i loro sacchi pieni di doni, tra frutta secca e dolci, denaro ma soprattutto il tradizionale pane “Su Cocone”, fatto in casa per l’occasione.
“Su Cocone” è preparato dalle donne qualche giorno prima dell’ultimo dell’anno, per poi donarlo alle famiglie e soprattutto ai bambini che chiedono la questua de “Sa Candelaria“.
“Sa tundina”, così viene chiamato il tradizionale pane, è divisa in quattro parti e ai bambini che chiederanno “Sa Candelaria” sarà donato un quarto dell’intera “tundina”, che corrisponde a un “cocone”.
La festa de “Sa Candelaria” continua per tutto il giorno. Nella tarda serata, quando il buio arriva e il nuovo anno si avvicina, gli adulti prendono il posto dei bambini, uscendo in gruppo per cantare cori tradizionali dal profondo significato: il gruppo di cantori intona cori come augurio per tutte le coppie che nel corso dell’anno appena passato si sono unite in matrimonio.
Un’altra bella tradizione quindi, che i cercatori di esperienze potranno conoscere se vorranno organizzare Vacanze Sardegna nella stagione invernale, o un Capodanno Sardegna 2012 scegliendo uno tra i tanti Hotel Sardegna del territorio e scoprendo nuovi motivi di conferma sul perchè nulla è come la Sardegna 🙂
di Sabrina Brandone
“Appazas dinare e binu/Tridicu e orju a muntone/Dazzennollu su cocone.*Abbiate denaro e vino/Grano e orzo a mucchi/Datecelo,il pane.”